Alcuni dati e considerazioni sul FSFL 2020 e la pagina speciale del Settimanale

Il Fondo diocesano di Solidarietà in aiuto ai poveri a causa del Covid

A sei mesi dall’inizio dell’attività è possibile fare un bilancio degli interventi del “Fondo di Solidarietà Famiglia Lavoro 2020. In memoria di don Renato Lanzetti e di tutte le vittime del coronavirus”.

Il Fondo (FSFL2020), voluto dal vescovo Oscar, ha lo scopo di offrire un sostegno economico a famiglie e persone che si sono venute a trovare e si trovano oggi in situazioni di povertà a causa del Covid 19. In questa specifica iniziativa si sono coinvolte diverse associazioni con il coordinamento del Servizio diocesano alla pastorale sociale, del lavoro e della custodia del creato.

Il Fondo diocesano di solidarietà Famiglia Lavoro 2020 ha cominciato a operare agli inizi di maggio. Dopo una fase di informazione e di promozione in ambito parrocchiale e del territorio complessivo e di formazione degli operatori riferimento per i vicariati la struttura è diventata operativa nell’estate.

Nel 2020 sono stati donati, a oggi, 248.900 euro. Si sono rivolti al Fondo 250 persone, di queste 225 sono state verificate come rispondenti ai criteri previsti per erogazioni, alcune sono in sospeso, pochissime le respinte. Questo elevato dato relativo alle domande accolte, molto superiore a quello di precedenti esperienze analoghe nella nostra stessa diocesi, si deve ascrivere alla qualità del meccanismo sopra descritto e in particolare dei referenti dei Vicariati che hanno operato con attenzione, filtrando le domande secondo i criteri di ammissibilità determinati.

Si può registrare una sostanziale parità tra uomini, 116, e donne, 109, che hanno beneficiato di contributi: in molti casi il destinatario effettivo è stata la famiglia nel suo complesso, anche se si sono registrati diversi casi di singoli e di donne con figli. Tenendo conto del carico famigliare le persone conviventi interessate sono superiori alle 750 unità.

Le nazionalità delle persone che sono state aiutate dal fondo è variegata: sono presenti, accanto al nucleo maggioritario di italiani, una novantina, altre 37 nazionalità di provenienza, con marocchini (26), tunisini (11) salvadoregni, nigeriani (9), equadoregni (7), rumeni e peruviani (6) nelle prime posizioni.

L’erogazione media è stata di circa 1050,00 euro per domanda, ma mentre non vi sono differenze significative tra uomini e donne o tra le diverse nazionalità, emerge la decisione di tutelare maggiormente le famiglie numerose: a fronte di una media di 700,00 euro circa a favore dei singoli, si arriva a 1200,00 per i nuclei con due o tre figli.

Qualche dato sulle donazioni: le entrate delle risorse raccolte ammontano a circa 225.000 euro, cui si
aggiungono una somma di circa 25.000 euro apportata da fondi di solidarietà diocesani precedenti e 100.000 euro devoluti dalla Diocesi di Como per sostenere il Fondo.
Nell’ambito della raccolta si evidenziano circa 110.000 euro donati da privati, 55.000 euro raccolti da parrocchie ed enti ecclesiali, 60.000 euro da organizzazioni benefiche e istituzioni.

Una verifica tra entrate, 350.000 euro, e uscite, 250.000 euro, con un saldo di 100.000 euro che entro fine anno si ridurrà, fa prevedere che per l’inizio del 2021 ci sarà una disponibilità per coprire solo alcuni mesi. Il Comitato di Garanzia ha quindi deciso di dare un impulso alla raccolta di donazioni, anche sulla base di alcune considerazioni.

Innanzitutto si prevede che i prossimi mesi – con l’augurio che possano portare meno lutti e sofferenza di quelli precedenti – saranno ancora più difficili dal punto di vista economico. Una serie di tutele che hanno almeno permesso di sopravvivere ai lavoratori e ai piccoli imprenditori danneggiati da chiusure e difficoltà di mercato verranno meno, si assisterà a licenziamenti e alla fine di supporti ora in atto e questo interesserà tante famiglie.

Le fasce meno protette, i lavoratori precari e stagionali, quelli sottopagati o costretti a forme improprie di subordinazione, saranno costrette a bussare ancor più alle porte dei servizi sociali, delle istituzioni pubbliche e private che distribuiscono viveri e piccoli contributi.

Le organizzazioni benefiche e di volontariato, in particolare quelle vicine alla Chiesa italiana, sapranno ancora dare risposte adeguate e in questo contesto anche il Fondo Diocesano di Solidarietà non verrà meno al compito che oltre all’aiuto economico si esprime con un rapporto fraterno e solidale finalizzato al reinserimento lavorativo e sociale.

La raccolta di contributi promossa dal Fondo in questi mesi ha dovuto confrontarsi con le oggettive difficoltà che hanno impedito iniziative pubbliche capillari e ha anche risentito della riduzione dei proventi derivanti dalle offerte alle messe domenicali. Occorre inoltre tenere conto, come segno certamente positivo, che molte comunità parrocchiali e organizzazioni ecclesiali si sono impegnate direttamente sul territorio per rispondere alle urgenze dei poveri della porta accanto.

Le forme di raccolta del Fondo si sono quindi limitate quasi esclusivamente all’utilizzo del bonifico bancario, che non è alla portata di tutti e che rende difficile l’espressione più immediata e genuina dell’“obolo della vedova”, cioè del dono anche piccolo, frutto del sentimento di fraternità, di chi ha meno risorse economiche.

La campagna di rilancio delle donazioni in vista del Natale si basa anche su un’altra considerazione: tante famiglie hanno subito pesanti danni economici e questa difficoltà ha attraversato indistintamente le diverse classi sociali: lavoratori garantiti e precari, commercianti, artigiani, imprenditori di ambiti colpiti dalle chiusure e altre operanti in settori avvantaggiati. Non si può quindi bussare alla porta di chi vive nella difficoltà, anche se non si devono porre limiti alla generosità delle persone.

Gli analisti economici e finanziari hanno dato un’informazione emblematica: da febbraio a novembre 2020 i depositi bancari degli italiani si sono incrementati di oltre cento miliardi di euro, derivanti da una frenata degli investimenti in un momento di incertezza e alla diminuzione forzata dei consumi. Un abbondante sessanta per cento delle famiglie, quella che non ha subito danni economici dal Coronavirus, ha risparmiato risorse e le ha conservate in banca in attesa di segnali rasserenanti.

La campagna del Fondo in questa fase si rivolge quindi prevalentemente a quanti possono attingere a una piccola parte dei loro risparmi per investire in solidarietà e donare un contributo che permetterà a una famiglia in situazione di povertà estrema di avere un periodo di sollievo e in prospettiva di riprendere il proprio posto nella comunità. In questa direzione il Fondo sostiene lo sforzo dei suoi referenti sul territorio per un accompagnamento nella ricerca di soluzioni oltre l’urgenza.

A questo riguardo è opportuno ricordare che se il Fondo non ha titolo per offrire posti di lavoro, tuttavia avverte la gravità della crisi economica che colpisce anche la realtà locale. Da qui la volontà di condividere con soggetti economici, imprenditoriali, sindacali e ordini professionali un dialogo sulle prospettive dell’economia e dell’occupazione nel territorio

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Gli strumenti di questa raccolta:

– una donazione, detraibile fiscalmente, al conto corrente intestato a “Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio ONLUS” IBAN: IT 96 K 0521 6109 000 000 000 12617

– un contributo in parrocchia o in altra sede delle organizzazioni aderenti in modo che possa pervenire alla Caritas diocesana.

Due possibili collaborazioni:

-diffondere il più possibile il messaggio del Fondo di Solidarietà

-segnalare alle parrocchie e alle associazioni presenti sul territorio (Caritas, ACLI, Compagnia delle Opere e quelle aderenti alla Consulta diocesana delle aggregazioni laicali) la presenza di persone e famiglie in difficoltà.

 

Scarica la pagina speciale del Settimanale della diocesi di Como sul FSFL 2020 del 24/12/2020