“La Dottrina Sociale dinanzi ad economia e finanza. Questo il titolo del IV incontro di conoscenza ed approfondimento della Dottrina sociale della Chiesa, organizzato dai vicariati di Bormio, Grosio e Tirano, tenutosi a Tirano venerdì 15 febbraio. Sono intervenuti nel dibattito Fabrizio Padovani, referente per area Nord Ovest di Banca Popolare Etica; Gianfranco De Campo, direttore della Coop. Soc. Intrecci e Marco Agutoli, presidente della stessa.
Banca Etica compirà 20 il prossimo 8 marzo e la sua storia ha inizio grazie all’impegno di tante persone ed organizzazioni che si sono attivate per costruire un istituto di credito ispirato alla “finanza etica”. La sua attività bancaria si sviluppa a partire dai principi fondativi sanciti nell’articolo 5 del suo statuto: trasparenza, partecipazione, equità, efficienza, sobrietà, attenzione alle conseguenze non economiche delle azioni economiche, credito come diritto umano. “La nostra Banca propone un’esperienza bancaria diversa ed ha a cuore la centralità della persona. L’interesse più alto è quello di tutto, il che rappresenta una dichiarazione d’intenti fortissima – ha spiegato Padovani -. Con il risparmio raccolto finanziamo organizzazioni che operano in quattro settori specifici: cooperazione sociale, internazionale, cultura e tutela ambientale. Un dato verificabile e pubblico: Banca Etica è l’unica banca in Italia che mostra sul proprio sito tutti i finanziamenti erogati”. Questo avviene in nome di quell’idea di trasparenza che sta alla base del progetto della Banca: non è possibile avere dei clienti responsabili se non si è in grado di dare delle spiegazioni su come vengono spesi i loro soldi: lo scopo di banca Etica non è infatti quello di fare concorrenza ad altre banche, di mandi contaminare il sistema così da contribuire a rendere più sostenibile. “Quando ci chiedono dei finanziamenti è necessario saper dire di sì e motivare i no: rispetto della persona significa anche aiutare a capire quali sono le decisioni che la riguardano” ha concluso Padovani.
La genesi della realtà di Intrecci, invece, risale al 1987, ma è dall’unione di più cooperative sparse in tutto il territorio valtellinese, avvenuta nel 2013, che nasce la Cooperativa Sociale Intrecci. I motivi che hanno indotto alla fusione sono stati diversi: la necessità di muoversi in un mercato sempre più complesso, la ridotta capacità delle singole cooperative di dare risposte ai bisogni dei territori sempre più “stretti” e la voglia di innovazione. “Alla base della nostra missione vi è, da sempre, l’attenzione a selezionare persone con particolari condizioni di disagio – ha affermato il presidente Agutoli -, e l’inserimento lavorativo è lo strumento attraverso il quale cerchiamo di ridare dignità alle persone”.
Tra i tanti progetti, grande attenzione è dedicata all’ambiente ed al recupero di aree, ma anche al tema dell’innovazione, tecnica e del personale; in questi ultimi anni, infatti, la cooperativa si è avvicinata molto al tema dei giovani laureati, sia per inserire figure di qualità, sia per offrire loro opportunità lavorative. “Intrecci ci sarà sempre finché il territorio ci dirà di esserci”. ha detto il direttore Gianfranco De Campo, soddisfatto degli oltre 30 anni di progetti della cooperativa e sempre determinato ad esaudire le richieste del territorio valtellinese. (Francesca Franzini da Il Settimanale del 21 febbraio 2019)