Raccontare la partecipazione e la democrazia. Dopo Trieste

«Essere utili alla comunità». A colloquio con Francesco Sgarbossa, assessore a Gemonio

Negli ultimi anni, il rapporto tra i giovani e la politica non è stato semplice e, in alcuni casi, è stato lambito da disinteresse e distacco. I dati Istat però, ci dicono che, il coinvolgimento delle giovani generazioni, è molto ampio per quanto riguarda il mondo dell’associazionismo finalizzato alla tutela dell’ambiente e alla pace globalmente intesa, in cui si riscontra una partecipazione doppia degli under 25 rispetto alle altre fasce della popolazione.

L’insegnamento di Trieste

Papa Francesco, nel corso della Settimana Sociale di Trieste, rivolgendosi ai 1200 delegati presenti, ha ribadito che, il segreto della “buona politica”, è quello di “conoscere il popolo” e “avvicinarsi al popolo”. Il Santo Padre poi, si è interrogato in merito alla necessità di “rilanciare, sostenere e moltiplicare gli sforzi per una formazione sociale e politica che parta dai giovani”. Queste parole, nel corso dei mesi passati dopo il significativo momento di partecipazione democratica avvenuta in Friuli-Venezia Giulia, una terra mitteleuropea e simbolo dell’incontro tra culture diverse per eccellenza, ci hanno fatto riflettere su cosa significhi oggi “fare politica” per i più giovani. Ciò ci ha spinto ad intervistare alcuni giovani amministratori, di appartenenza politica diversa, dei territori che animano la nostra Diocesi. Il primo è stato Francesco Sgarbossa, consigliere comunale a Gemonio con delega a sport, tempo libero e giovani.

L’intervista

Sgarbossa, qual è, secondo lei, ad oggi, il significato più profondo dell’essere un giovane amministratore pubblico?

“Il significato più profondo dell’essere un giovane amministratore, a mio parere, è quello di cercare di essere utile per la propria comunità. Rivestire un ruolo in questo senso è un fattore che spinge verso il bene comune. Questo motivo, quando si sono tenute le ultime elezioni comunali a Gemonio, mi ha spinto a candidarmi, con l’obiettivo di fare qualcosa per la comunità dove sono nato e in cui risiedo. Tutti noi, quindi, dovremmo cercare di dare una mano con spirito di prossimità”.

Il Papa, nel corso della Settimana Sociale di Trieste, ha esortato a “fermarsi alla politica come bene comune, per contrastare la “cultura dello scarto”. Quale deve essere il ruolo di un amministratore pubblico su questo versante?

“L’obiettivo di ogni amministrazione pubblica dovrebbe essere quello della solidarietà e dell’aiuto nei confronti di coloro che sono più fragili ed hanno maggiore bisogno. Questo principio vale senza distinzioni e si deve attuare garantendo dei servizi fondamentali a chiunque si trovi in condizioni di difficoltà. Così facendo, si va verso il perseguimento del bene comune a tutto campo”.

Che messaggio vorrebbe lanciare alle giovani generazioni che, in alcuni casi, si sentono distanti dalla politica?

“Alle giovani generazioni vorrei dire di non pensare alla politica come ad un’istituzione lontana e riguardante solo il Parlamento, i deputati o i senatori. L’azione amministrativa invece, parte anche dal consiglio comunale del proprio paese: questo è ciò su cui si basa tutto. ‘Politica’ significa cercare di aiutare i nostri concittadini. Alla luce di ciò, sarebbe anche utile incrementare l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole per far sì che, la conoscenza delle varie istituzioni, a tutti i livelli, possa essere incentivata. Infine, quindi, il principio più importante che deve guidare l’azione politica di ognuno di noi, è il fare del bene, capendo il funzionamento delle varie amministrazioni e agendo di conseguenza per ogni cittadino”.

a cura di Christian Cabello