“La nostra Costituzione, principi e valori. Il contributo dei cattolici democratici” è il titolo della serata organizzata dalle Acli di Como per celebrare la ricorrenza del 75° anniversario dell’entrata in vigore della nostra Costituzione italiana, in programma giovedì 8 giugno alle ore 20.45 presso il Centro Pastorale Cardinal Ferrari di Como. Il prof. Enzo Balboni, costituzionalista dell’Università Cattolica di Milano, h approfondito la tematica, moderato dal giornalista Marco Guggiari. L’evento è stato promosso con la partecipazione di: Azione Cattolica Diocesana, Caritas Como, Compagnia delle Opere di Como, Confcooperative Insubria, Il Settimanale della Diocesi di Como, il Servizio alla Pastorale Sociale del Lavoro e della Custodia del Creato della Diocesi di Como, la Cisl dei Laghi, il Forum Famiglie di Como.
Sono passati 75 anni dal 1° gennaio 1948, giorno in cui la Costituzione italiana è entrata in vigore, diventando la legge fondamentale per tutti gli italiani. Una “bussola”, come ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a guidare la nostra democrazia e a garantirne il funzionamento. Le ACLI ebbero numerosi loro iscritti e dirigenti fra i padri costituenti affermando la loro fedeltà alla Costituzione come parte integrante della loro fedeltà alla democrazia. Nell’organo a cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale, gli aclisti eletti erano 32. Ricordiamo primo fra tutti Achille Grandi che fu Vicepresidente dell’Assemblea, ma anche Giorgio La Pira, Paolo Bonomi, Emilio Colombo, Giulio Pastore, Ezio Vanoni, Ferdinando Storchi che, insieme a molti altri, si impegnarono a ricercare le vie possibili per uno sviluppo organico del progetto costituente per salvaguardare le esigenze della rappresentanza sociale e politica con quelle della governabilità.
Le Acli di Como hanno deciso di celebrare questo anniversario proprio a ridosso del 2 giugno, festa della Repubblica, per fare memoria e mantenere un impegno. Fare memoria innanzitutto del clima in cui i cattolici democratici lavoravano, con la ricerca continua di convergenze fra le forze politiche che insieme avevano combattuto il fascismo in nome della libertà e della democrazia, e che pur essendo progressivamente divise dalle loro diverse ispirazioni culturali e dalle scelte di politica internazionale, fino alla fine operarono affinché i lavori della Costituente privilegiassero ciò che univa piuttosto quello che divideva, sia nella definizione dei principi fondamentali nella costruzione della forma di governo.
Mantenere un impegno, che per noi delle Acli significa cercare di verificare costantemente le azioni dei singoli, delle organizzazioni, dei partiti politici e dei governanti ad ogni livello secondo il metro esigente che i costituenti hanno definito, per la riaffermazione della centralità del lavoro, per la rimozione delle barriere sociali, per l’affermazione dei diritti di tutti senza distinzione di sesso, di etnia, di religione, per la promozione della pace nella giustizia, in una parola per la costruzione di una società a misura delle donne e degli uomini del nostro tempo.
Quest’anno questo settantacinquesimo anniversario ha dato luogo a molte riflessioni, condotte nelle sedi più diverse, che hanno fatto emergere alcune domande relative al ruolo storico ed al valore attuale di questa carta.
Quanto questa costituzione, ha pesato sugli sviluppi della società e delle istituzioni del nostro paese? E quale è oggi il suo stato di salute, la sua tenuta, la misura della sua attualità?
Qual è stato il ruolo dei cattolici democratici nel difficile compito di una stesura unitaria? E che ruolo fondante possono avere oggi?
Domande queste che si sono venute ad intrecciare con il tema, non certo nuovo ma sempre attuale, delle possibili riforme da apportare a questo testo al fine di adattarlo alle nuove esigenze del presente e del dibattito che emerge fra le forze politiche.
Domande che lasciamo al Prof. Enzo Balboni, costituzionalista, docente dell’Università Cattolica di Milano, al quale abbiamo chiesto di portare il suo contributo per meglio sviluppare risposte rispetto al ruolo dei cattolici democratici di ieri e con lo sguardo di oggi .
Celebriamo questo 75° anniversario in un’epoca, la nostra, che, come ci ricorda Papa Francesco, sembra essere più un cambiamento d’epoca che un’epoca di cambiamenti. Le sfide che si presentano oggi, anche se in contesti diversi, sono in parte simili a quelle del passato (la pace, la giustizia fra le persone e le classi sociali, la riduzione delle disuguaglianze, la lotta alla povertà ) e in parte inedite. La difesa della pace esige la costruzione di un nuovo assetto internazionale diverso sia da quello uscito dalla Seconda Guerra Mondiale, sia da quello successivo alla fine della guerra fredda in Europa.
La transizione ecologica e le nuove frontiere della scienza e della tecnica, pongono domande antropologiche di fondo che interpellano in forma originale quanti attingono alla storia del popolarismo e all’insegnamento sociale della Chiesa.
La questione della lotta alle disuguaglianze e alla povertà , si pone in termini inediti sia all’interno dei Paesi più sviluppati che fra le nazioni, con una diffusa richiesta da parte dei Paesi emergenti, dall’Africa, all’Asia all’America Latina di riconoscimento del loro ruolo in base al peso effettivo che questi Paesi hanno ormai assunto sotto molteplici aspetti.
È affrontando le questioni aperte nel contesto attuale, con lo sguardo rivolto al futuro, alla giustizia e alla pace possibili in questo XXI secolo, tenendo fede al valore e alla qualità della nostra democrazia, che dobbiamo seguitare a riconoscere in questa carta, prodotto della storia più avanzata del costituzionalismo europeo e mondiale, la base, tuttora viva e vitale, della nostra convivenza.
Ma proprio dentro le questioni di oggi notiamo come è cambiata la cultura del Paese. Da una cultura cristianamente ispirata che ha fatto nascere la Costituzione, in particolare i primi 12 articoli a cultura maggioritaria in Italia che non è più quella cristiana. Nella comunità cristiana c’è un’indubbia fatica a far crescere, accompagnare e formare laici competenti dentro le questioni del mondo. Dentro la politica e nell’economia, nel welfare e nella sanità.
Ecco che la domanda resta aperta: come si potrà dimostrare nei fatti l’attualità del cattolicesimo democratico e popolare, agendo con coerenza e lungimiranza nella società, nel mondo del lavoro e della cultura e, per chi ha scelto l’impegno politico, anche nei rispettivi partiti di appartenenza?
Marina Consonno
Presidente Acli Como